World School Debating Championship

Zagabria – 17/27 luglio 2018 WORLD SCHOOLS DEBATING CHAMPIONSHIP​

C’era anche la squadra italiana in quella che é stata, con 67 delegazioni da tutto il mondo, la più grande edizione di sempre dei World Schools Debating Championship, il più importante torneo di dibattito a livello mondiale.

Nel 2018, per la prima volta, l’Italia ha  partecipato ai mondiali assieme ad altre 11 nuove nazioni esordienti e lo ha fatto convocando:

  • ​Benedetta Leone (IISS Pietro Sette, team Puglia);
  • Federica Sirressi(IISS Pietro Sette, team Puglia);
  • Francesco Giuseppe Pontrandolfo (IISS Pietro Sette, team Puglia);
  • Florian Sejko (Mosé Bianchi, Team Lombardia);

guidati dai coach Massimo Leone (IISS Pietro Sette) ed Enea Cattaneo (Mosé Bianchi).

L’essenza di questa “comunità mondiale” é ben espressa dal motto della competizione: “Dare to think!”, che ci ricorda l’importanza di “pensare”, soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo.

E tutto ciò i ragazzi l’hanno molto sentito. Il WSDC é una competizione in cui per esempio ragazzi di Cina e India possono dibattere sulle politiche economiche Cinesi o anche dove un debater Pakistano e uno Indiano possono sedersi e scambiare amichevolmente due chiacchiere.

L’Italia si è inserita sin da subito in questo bellissimo contesto e ha ricevuto come risposta una calda accoglienza: tantissimi giudici, coach e team manager erano interessati allo sviluppo e alla crescita della nostra società di dibattito e hanno fatto sempre il tifo per noi, evidenziando anche, a competizione terminata, come le nostre tre vittorie con 10 “ballott” siano un ottimo risultato per una nazione esordiente: l’Italia si è classificata al terzo fra le nazioni esordienti. 

L’interesse  si è ovviamente amplificato durante la country exhibition, dove il tavolo più frequentato è stato il nostro, grazie alle tante specialità gastronomiche offerte.

Il torneo, dopo un’accesissima finale India – Cina (che rappresentano circa il 35% della popolazione mondiale), é stato vinto dalla Cina.

Il WSDC, quindi, è stato, oltre che un’esperienza unica, una grandissima opportunità per l’Italia e un importante passo avanti, perché le ha permesso di entrare a far parte di una comunità internazionale, sempre in continuo movimento e miglioramento, a cui l’Italia vuole fortemente appartenere.

Il prossimo passo é quello di portare in Italia tutto ciò che abbiamo imparato dai mondiali, per aggiungere tutti questi tasselli al più grande mosaico del dibattito italiano, che sarà, così facendo,  sempre più  ricco, per poter preparare al meglio la società del futuro.

Francesco Pontrandolfo

Le impressioni degli studenti

Federica Sirresi

Aver avuto l’opportunità di vivere il debate in un contesto internazionale e prestigioso come quello dei mondiali è stato sicuramente stimolante.  Ci siamo messi in sfida con noi stessi e abbiamo dovuto superare molti ostacoli per reggere il livello della competizione. A partire della mancanza di disinvoltura con l’inglese, sino ad arrivare all’inesperienza nel campo dei debate internazionali, le difficoltà non sono di certo state poche. Ma allo stesso tempo, ogni punto di debolezza è diventato un nuovo incentivo a crescere e migliorare.  Ora che abbiamo visto con i nostri occhi cosa potremmo fare con un po’ più di allenamento e determinazione, il desiderio di raggiungere il livello dei Paesi in cui il debate  è un’attività  di lunga tradizione è forte. Dunque, ciò che questa esperienza mi ha lasciato più di ogni altra cosa, sono sicuramente la voglia e la determinazione di essere sempre alla ricerca della versione migliore di me stessa.

Benedetta Leone

Credo che il dibattito sia ciò che è sempre mancato al sistema scolastico italiano, caratterizzato da tanta teoria esposta spesso a macchinetta. Grazie al dibattito non solo mettiamo in pratica le nostre conoscenze, ma soprattutto mettiamo in gioco noi stessi, le nostre capacità. Dibattere significa scendere a fondo: non solo quando esponi le tue idee, per cui è necessario dimostrare e convincere i giudici che ciò che stai dicendo è forte, ma è anche scendere a fondo nell’ascolto dell’altro perché solo così si possono capire le sue motivazioni e poi confutarle.

Florian Seiko

Indubbiamente una delle esperienze più belle della mia vita: i lmondiale del dibattito. È sempre bello cercare e trovare nuovi stimoli, e sicuramente dal punto di vista del dibattito il WSDC è il massimo, è stato bellissimo poter incontrare ed affrontare le selezioni di ogni nazione, tutti bravi e capaci, e per quanto mi riguarda, sicuramente mi ha aiutato a migliorarmi nel Debate e nel public speaking. Tutti loro utilizzavano tattiche e stili che è stato bello ascoltare ma anche perchè no analizzare le loro metodologie di esposizione de discorso. È anche innegabile che con il fatto che la lingua comune tra tutti fosse l’inglese, sicuramente aiuta anche le capacità di conversare e padroneggiare proprio con l’inglese . Per di più, la presenza di persone che che arrivavano da ogni parte del mondo, creava un mix bellissimo di culture ed etnie con cui potevamo venire a contatto, e per uno come me, a cui piace viaggiare, è sicuramente il massimo. Parlare nel giro di poche ore con un americano, un croato, un giapponese, è qualcosa di spettacolare perché ognuno di loro ha un modo singolare ed unico di pensare e ragionare, ancora una volta, ti aiuta ad crescere in prima persona e a sviluppare ed ampliare la propria visione generale, in quanto è sicuramente chiaro che un asiatico vede il mondo diversamente rispetto ad un occidentale.

Francesco Giuseppe Pontrandolfo

Riscoprire la bellezza della democrazia, dell’ ascolto e il dialogo. Questo è il messaggio che l’intera pratica del Debate diffonde ogni anno a livello mondiale. E lo fa partendo dai giovani, la società e la classe dirigente del futuro, in contrasto ad un presente che sembra spesso dimenticare su cosa si fonda e come si esercita la democrazia. L’esperienza dei mondiali di dibattito permette a noi ragazzi di creare una comunità internazionale che scambia, forgia e diffonde idee nutrite della ricchezza multiculturale che caratterizza l’intera  competizione. Com’è andata la nostra avventura nel torneo? Il bilancio finale é positivo sotto tutti i punti di vista. Con tre vittorie e cinque sconfitte (alcune delle quali di misura e dovute all’inseperienza) e in più conquistando il voto di dieci giudici all’interno delle gare (dato importante per la classifica a parità di vittorie con altre nazioni), l’Italia si é classificata al quarantacinquesimo posto nella classifica generale e al terzo fra le nazioni esordienti.  I mondiali sono stati un’ottima occasione di crescita per noi, abbiamo lavorato gara dopo gara per interiorizzare un’impostazione del dibattito concettualmente diversa da quella italiana. Rimarranno forse indimenticabili per noi le serate prima dei round, passate a correggere e rivedere le nostre linee alla luce di ciò che ci avevano detto i giudici dopo ogni gara. Anche dal punto di vista umano l’esperienza è stata unica: conoscere persone da tutto il mondo e scambiare con esse idee su questioni e valori che interessano tutti è la base per costruire una società plurale e interculturale.